L’interpretazione della realtà e dei fatti che riguardano la nostra vita, cosi come l’idea che abbiamo di noi stessi, delle nostre capacità  e di come stiamo in relazione con gli altri, dipende dal nostro mondo interiore. In sostanza interpretiamo i fatti della vita grazie ad un sistema di codifica personale, che si forma pian piano dentro di noi attraverso un processo di integrazione tra predisposizione genetica, ed esperienze apprese.

E’ chiaro che non stiamo parlando dei lettura di fatti oggettivi, che naturalmente non cambia da persona a persona, bensì parliamo dell’interpretazione, del senso che attribuiamo ai fatti, che sappiamo essere diverso per ognuno di noi.

In quest’ottica la domanda sorge spontanea…qual è l’atteggiamento migliore per affrontare la vita? E come facciamo ad attivarlo?

Numerose ricerche scientifiche ci indicano che avere un atteggiamento positivo e ottimista nei confronti della vita ha un effetto molto benefico. La neuropsicologa Elizabeth Pelbhs ha dimostrato, attraverso una risonanza magnetica, che quando si ha un pensiero positivo si attivano le aree del nucleo cingolato e dell’amigdala. E non sembra un caso che studi precedenti abbiano rilevato anomalie di struttura e di attività, in queste due zone, nel cervello di persone che soffrivano di depressione. Queste due aree sono correlate alla motivazione e alla determinazione, e questo spiegherebbe la ragione che vede gli ottimisti maggiormente in grado di raggiungere i propri obiettivi rispetto agli altri.

Stephen Porges, ideatore della Teoria Polivagale, afferma che essere ottimisti e fiduciosi attiva il sistema ventro vagale, una parte del sistema nervoso centrale che, attraverso il rilascio di particolari neurotrasmettitori, ci permette di sentirci sicuri, consapevoli, capaci e propensi a relazionarci con gli altri.

Tutto questo ha un risultato benefico su molteplici piani: a livello del sistema immunitario, poiché determina un effetto preventivo e protettivo nei conforti della malattia, e sul piano psicologico, dandoci la possibilità di avere delle relazioni migliori e più significative con gli altri, e una maggiore concentrazione e produttività nelle nostre azioni quotidiane.

Inoltre, l’ottimismo costituisce un fattore predisponente alla resilienza, cioè alla capacità di far fonte in maniera efficace ai momenti di crisi.

Essere resilienti ci permette di trasformare un problema, una difficoltà, in un’occasione per crescere, per cambiare, per migliorare, per aumentare la nostra autostima ed avere un approccio alla vita più rilassato, consapevole,

Proviamo ora ad immaginare…… come cambierebbero le cose se tutti noi a catena trasformassimo il nostro modo di leggere i fatti della vita e diventassimo degli inguaribili ottimisti, felici di stare al mondo e colmi di speranza per il futuro?

L’ottimismo si può allenare.

Prova a mettere in pratica questi tre semplici consigli, ti aiuteranno a coltivare un atteggiamento positivo:

  • Sorridi: l’ambiente rispecchia il nostro stato d’animo: se ci presentiamo sorridendo anche gli altri lo faranno con noi…in questo modo la tensione si allenta e si diventa più produttivi.
  • Ringrazia: prima di addormentarti cerca di individuare almeno due momenti della giornata che per te sono stati belli, e prova gratitudine per ciò che ti è accaduto.
  • Ricomincia: immagina ogni giornata come un foglio bianco, un foglio nuovo su cui possiamo scrivere qualcosa di diverso, le opportunità e le soluzioni ai problemi sono sempre presenti, se lasciamo spazio nel nostro cuore per farle affiorare, senza soffocarci di paura e negatività.

Vale la pena provarci..per il nostro benessere e per il futuro della nostra società!